Piroscafo passeggeri di 1.334 t.s.l. fu ordinato dalla Società Dalmatia ai cantieri San Marco di Trieste che ne avviarono limpostazione il 15 dicembre 1914. L11 luglio 1916, il piroscafo fu varato ma non completato a causa del primo conflitto mondiale in corso che imponeva la priorità alle navi militari di utilizzare gli scali, le maestranze e i materiali del cantiere. Il Duino, pertanto, rimase incompleto fino al termine della guerra quando i Cantieri San Marco divennero italiani e la società Dalmatia si fuse con altre compagnie iugoslave rinunciando alla costruzione. Il piroscafo fu completato solo il 7 giugno 1923 ed assegnato al Lloyd Triestino che nel 1925 lo vendette alla Compagnia di Navigazione San Marco di Venezia. Con la fusione della San Marco nella Compagnia Adriatica di Navigazione, nel 1932, il Duino entrò a far parte di quella flotta e venne impiegato sulla linea Trieste Zara Gravosa Venezia. Il 17 dicembre 1936 passò allAdriatica S.A. di Navigazione. Nel giugno del 1937 il Duino fu spostato sulla linea Bari Durazzo per poi essere trasferito, a partire dal 3 marzo 1938, sulle linee Rodi Piscopi Stampalia, Rodi Castelrosso e Rodi Caso. Dal 1 gennaio 1940 fu trasferito sulla linea Bari Barletta Manfredonia Tremiti Rodi Garganico Lagosta. Durante il coinvolgimento italiano nella Seconda Guerra Mondiale, il Duino non fu requisito dalla Regia Marina e proseguì nel suo servizio effettuando, talvolta, viaggi straordinari per esigenze dettate dal conflitto. Il 7 febbraio 1942, al comando del ca¬pitano di lungo corso Mario Olivotto di Mestre, lasciò il porto di Bari per dirigere su Cattaro dove, il giorno successivo, imbarcò 12 militari e 161 passeggeri di ritorno in Italia. Compresi i 44 membri dellequipaggio, a bordo del Duino vi erano 217 persone. Alle 06:00 dell8 febbraio, il piroscafo iniziò la navigazione di rientro in Italia facendo rotta su Bari. Alle 18:50 dello stesso giorno, a circa 8 miglia dal porto di destinazione, il Duino fu scosso da una forte esplosione che aprì una falla a sinistra facendo sbandare la nave che in soli tre minuti affondò. Probabilmente, a causa delle condizioni meteorologiche proibitive caratterizzate dalla fitta nebbia e dal forte vento di scirocco e a seguito della ritardata accensione del faro di Bari, a bordo del Duino non si riuscì a stabilire correttamente il punto nave e il piroscafo si trovò a navigare sui campi minati posti a protezione del porto pugliese facendo esplodere una mina. Delle persone presenti a bordo se ne salvarono soltanto 44 di cui 7 membri dell'equipaggio civile (il secondo ufficiale di macchina, un marinaio, due giovanotti di coperta, un garzone di camera, un piccolo di cucina, un fuochista), 3 membri dell'equipaggio militare e 34 passeggeri. In 173 persero la vita in gran parte affondando con il Duino ma anche perché i soccorsi partirono con 48 ore di ritardo in quanto dal piroscafo non ci fu il tempo di lanciare lSOS (secondo le testimonianze dei superstiti, il radiotelegrafista si trovava sottocoperta al momento dello scoppio della mina). I naufraghi trascorsero fino a 4 giorni in balia delle onde prima di essere recuperati dalle unità uscite in soccorso da Bari.
Bibliografia: Ernesto Gellner e Paolo Valenti Storia del Cantiere San Marco di Trieste Edizioni Luglio, 2002; Pasquale B. Trizio Adriatica Venezia (1932 2004) Gelsorosso, 2008; USMM Navi mercantili perdute USMM,1997; Nicolò Carnimeo e Pasquale B. Trizio Il mistero del Duino in La Gazzetta del Mezzogiorno, 10 agosto 2008; www.prevato.it. |