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Caremar S.p.A.

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S.P.A N. Società Partenopea Anonima di Navigazione di Napoli (1925 – 1975) - Ca.Re.Mar . Campania Regionale Marittima (1975)

Par Maurizio Gadda

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La S.P.A.N. fu costituita a Napoli il 10 dicembre 1925 dai fratelli Piscitelli in società con i fratelli Laudiero e altri. Con D.M. del 15 febbraio 1926, la società entrò nella convenzione sottoscritta il 9 novembre 1925 durata 20 anni per l’esercizio delle linee di navigazione dei servizi marittimi sovvenzionati del gruppo “C” Isole Partenopee e Pontine.
La S.P.A.N. acquisì i nove piroscafi della cessata “Compagnia Napoletana”: “Baia”, “Corriere di Salerno”, “Frisio”, “Gaiola”, “Mergellina”, “Principessa Mafalda”, “Regina Elena”, “Santa Lucia” ed “Ebe”.

Venduti per demolizione il “Corriere di Salerno” e “ Gaiola”, fu acquistato di seconda mano il “St. Elian”, piroscafo inglese di 553 ton, che prenderà il nome di “Partenope”.
Nello stesso periodo, fu ordinata la costruzione di un nuovo piroscafo da 360 ton battezzato “Capri” e di quattro motonavi gemelle: “Epomeo”, “Equa”, ”Meta” e “Sorrento”, tutte da 243 ton, varate a Taranto ed entrate in servizio a febbraio e marzo 1930. Nel 1930 fu venduto per demolizione il “Mergellina” e venduto nel 1939 il “Baia” a Ignazio Mazzola di Genova.

Nel giugno 1939 entrò in servizio la nuova motonave “Principessa di Piemonte” da 451 ton costruita a Napoli.
Poco prima della Seconda Guerra mondiale anche il “Frisio” fu ceduto a Raffaele Romano di Napoli, prendendo il nome “ Acilia”.
Durante la Guerra il “ Partenope” e il “Principessa di Piemonte” prestarono servizio come posamine, mentre il “Capri”, “Epomeo”, “Meta” e “Sorrento” vennero trasformate in navi ausiliarie sanitarie e impiegate in missioni di soccorso e ricerca naufraghi.

Gravi furono le perdite del naviglio durante la guerra: il “Principessa Mafalda” venne affondato nel porto di Napoli durante un incursione aerea; il “Santa Lucia” fu silurato il 24 luglio 1943 al largo di Ventotene; il “Meta” venne affondato a La Spezia dopo l’8 settembre 1943; l’”Equa” venne affondato dai tedeschi e l’”Epomeo” infine affondato a Livorno il 10 settembre 1943 per ostruzione del porto. Verso la fine della guerra, nel dicembre 1944, la Società disponeva solo di 5 unità tutte logore per il servizio prestato.

Nel dicembre 1944 la S.P.A.N. ebbe in gestione la M/n “Aquileja” della ACNIL di Venezia che, in precedenza requisita come mezzo da sbarco e abbandonata a Livorno dopo l’armistizio, venne riarmata ed adibita alla linea Pozzuoli–Procida-Ischia.
Nel maggio 1945 fu derequisita la “Sorrento” che dopo alcune riparazioni a Taranto rientrò in servizio a giugno. Nel gennaio 1946 vennero derequisiti il P.fo “Regina Elena e la Motonave “Principessa di Piemonte” che, dopo in lavori di riclassifica, rientarono in linea ad aprile e luglio riattivando le linee Napoli-Ponza-Gaeta e Napoli-Procida-Ischia.

Dal giugno 1946 la Società ebbe in gestione la motonave “Abbazia” della Società Fiumana che fu addibita alla linea Capri-Napoli ed infine il piroscafo “Partenope” derequisito a fine agosto 1946 rientrando in servizio nell’ottobre.
Furono contemporaneamente iniziati i lavori di recupero di alcune navi affondate: il piroscafo “Capri” che giaceva affondato a Baia venne rimesso a nuovo e riprese servizio sulla Napoli-Capri nel luglio 1947; nel maggio 1948 seguì la motonave “Meta” ricuperata a La Spezia nell’ottobre precedente.
Fu resa all’armatore la “Aquileia” sostituendola con la “Sorrento” sulla Ischia-Pozzuoli.

Nel corso del 1949 furono eseguiti una serie di lavori alla motonave “Ebe” (che riprese servizio in aprile), alla motonave “Sorrento” (che rientrò in linea il 1 luglio 1949) e al “Partenope” (che in data 5 dicembre 1949, completamente rinnovato, trasformato per la combustione a nafta e ribattezzato “Ischia”, rientrò in linea sulla Napoli-Procida-Ischia). Per sopperire alle esigenze dell’aumentato traffico con le isole venne presa a noleggio dall’Armanavi la motonave “Amalfi” e il piroscafo “Lussino” che nel febbraio 1951 prese il nome di “Epomeo”. Dall’agosto 1950 al gennaio 1951 furono presi a noleggio dalla Tirrenia i piroscafi “Gennargentu” e “Limbara”, nonché dall’aprile 1952 al maggio 1953 il piroscafo “Lorenzo Marcello” (ex "Pola" ed ex "Novi") dalla Società Fiumana di Navigazione.

In base alla legge n. 34 del 5 gennaio 1953 sull’ordinamento dei servizi postali, le linee vennero aggiudicate mediante incanto: il settore “B”(Isole Partenopee e Pontine) vennero assegnate alla S.P.A.N. di Napoli.
La nuova convenzione dal 1 gennaio 1954 ebbe validità ventennale. La convenzione avrebbe dovuto scadere il 31 dicembre 1973, invece venne prorogata al 31 dicembre 1975 in base alle nuove disposizioni del 1974 per permettere alle amministrazioni regionali la riorganizzazione. Venne fatto obbligo alla S.P.A.N di costruire o acquisire entro il 31 dicembre 1956 due nuove navi di almeno 600 tonnellate e una terza e quarta in ciascuno degli anni successivi da adibire alle linee per Capri e Ischia.

Furono ordinate ai cantieri di Castellamare di Stabia la costruzione di quattro navi gemelle a due eliche e 16 nodi di velocità. Contemporaneamente furono cambiati i motori alla “Sorrento” rientrando in servizio nel giugno 1954 e prendendo il nome di “Città di Sorrento”. Furono ugualmente ripararti e ammodernati: l’”Equa”(ex "Regina Elena") tornato in servizio nel febbraio1954; il “Mergellina”(ex EPrincipessa di PiemonteE) rientrato a giugno 1954; il “Capri”, riclassificato nel luglio 1955; l'“Ischia” rientrato in servizio a giugno 1956.
Durante il periodo di disarmo di tali unità e in attesa dell’entrata in servizio delle nuove navi, furono dapprima noleggiati e in seguito acquistati dall’ ”Armatavi” i piroscafi “San Vito”, che a luglio 1954 prese il nome “Averno”, e “Nesazio”, che a gennaio 1955 fu ribattezzato “Fusaro”.

Il 9 maggio 1956 entrarono in linea le prime due navi ordinate a Castellamare battezzate “Isola di Procida” e “Tragara”. Le altre due gemelle, “Isola di Ponza” e “Partenope”, entrarono in linea il 18 giugno e 7 luglio 1956.
Con l’entrata in servizio delle nuove navi vennero disarmati i piroscafi “ Epomeo” e “Averno”, poi venduti per demolizione, seguiti nel 1957 dal “Fusaro”.
Nel giugno 1960 la motonave “Ebe” fu ceduta alla Società di Navigazione “La Termolese” e nell’agosto 1965 entrò in servizio la motonave “Falerno”, varata nel 1964 dal Cantiere Pellegrino di Napoli per la linea di Ponza. Nel 1970 il capitale sociale venne ridotto a 200 milioni e riportato a 900 milioni entrando nella Società i Fratelli Gava e dai Lauro.

Nel giugno 1971 venne acquistata la motonave jugoslava “Alesa Santic”, ribattezzata “Epomeo Primo”. Per fronteggiare la richiesta di trasporto di autoveicoli tutte le unità più moderne vennero provviste di una rampa poppiera per l’imbarco dei veicoli e nel giugno 1971 venne acquistata la motonave svedese “Oland”, del 1935, che attrezzata come nave traghetto e ribattezzata “Equa” entrò in linea sulla Napoli-Procida–Ischia. Delle unità non trasformate, l’”Ischia” venne ceduta nel 1972 a Carmine Luri di Salerno per essere trasformata in ristorante galleggiante e la “Meta” alla Società di Navigazione “Lignano Marittima.”

Il 31 dicembre 1973 il termine di scadenza fu prorogato al 31 dicembre 1975 come da nuova convenzione del 26 febbraio 1974 approvata dal D.P.R. 7 giugno 1974. Nel 1974 fu venduto per demolizione alla ditta Riccardi di Vado Ligure il piroscafo “Capri”, acquistando contemporaneamente da Michelangelo Patalano il traghetto “Michelangelo Ischia” costruito nel 1973 e ribattezzato “Capri”.

Nel corso del 1975 furono acquistati altri due traghetti; “Città di Meta” del 1959 e “Ischia”.
Quest’ultimo era in origine una nave inglese per escursioni “Royal Sovereign” del 1948 e trasformata nel 1966 in traghetto pere automezzi pesanti con il nome di “Autocarrier”.
Acquistato nell’ottobre 1973 il traghetto era rimasto fermo per quasi due anni presso i cantieri Cassaro di Messina per grandi lavori di trasformazione. Alla riconsegna, anziché prendere servizio nel Golfo di Napoli, fu noleggiato alla Navigazione Toscana che in cambio cedete alla S.P.A.N. il traghetto “Città di Piombino”.

Par Maurizio Gadda

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